Una palese censura si abbatte sul mondo transatlantico

I leader europei e americani amano lodare la democrazia, la libertà di parola e i “valori occidentali”. Ma in tempi di guerra contro quasi tutto il resto del mondo, si torna alle vecchie ed affidabili misure da Stato di polizia, come dimostrano i seguenti esempi:

La Francia arresta il fondatore dell’applicazione Telegram. Il 24 agosto le autorità francesi hanno arrestato il fondatore russo dell’app di messaggistica Telegram, Pavel Durov, al suo arrivo all’aeroporto di Parigi. Durov è accusato di complicità in reati di frode, traffico di droga, pedofilia, molestie informatiche e difesa del terrorismo, perché non ha “moderato” il contenuto dei messaggi su Telegram e non ha collaborato con la polizia.

Come ha sottolineato l’esperto di social media Fabrice Ebelboin, Telegram ha quasi un miliardo di utenti e, dal momento che l’uso è gratuito, non ha nemmeno lontanamente il personale o i mezzi finanziari per effettuare la moderazione. Facebook, fa notare, che pure realizza notevoli profitti, non è ancora in grado di controllare i contenuti dei suoi utenti. Larry Johnson, cofondatore del VIPS (Veteran Intelligence Professionals for Sanity), ha dichiarato che “Telegram è uno dei pochi canali che permette effettivamente di diffondere informazioni critiche nei confronti della politica occidentale. Credo che questo sia davvero alla base di tutto”. Da notare che Durov ha già lasciato la Russia nel 2014 per sfuggire al controllo della sua azienda da parte dello Stato.

Due pesi e due misure in Gran Bretagna. L’ex ambasciatore britannico Craig Murray ha denunciato la spinta del governo a trasformare il Paese in uno Stato di polizia. Il suo articolo riporta che un giornalista indipendente, Richard Medhust, è stato arrestato il 15 agosto e trattenuto per quasi 24 ore nell’ambito di un’indagine sul terrorismo. Per Murray, “è legale per la legge britannica sostenere gli atti genocidi e illegali di occupazione coloniale di Israele, ma illegale sostenere gli atti legali di resistenza armata della Palestina all’occupazione coloniale e razzista”.

Murray osserva che la legge britannica si è ora completamente allontanata dal diritto internazionale, dal momento che la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha ufficialmente stabilito che l’occupazione israeliana della Palestina è un atto criminale, a cui tutte le nazioni devono opporsi. “Eppure, nel diritto interno britannico, è perfettamente legale per i sionisti dichiarare di sostenere le forze di difesa israeliane e di sperare che l’IDF uccida tutti i palestinesi di Gaza”.

Il Dipartimento di Giustizia USA annuncia una caccia alle streghe contro i “propagandisti del Cremlino”. Il 24 agosto, il New York Times ha riferito che, dopo le recenti incursioni dell’FBI nelle abitazioni dell’ex ispettore ONU per gli armamenti Scott Ritter e dell’analista politico russo-americano Dimitri Simes, “sono attese presto altre perquisizioni”, con possibili “accuse penali”. “Il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’ampia indagine penale sugli americani che hanno collaborato con le reti televisive statali russe, segnalando uno sforzo aggressivo per combattere le attività di influenza del Cremlino in vista delle elezioni presidenziali di novembre”.

L’Office of the Director of National Intelligence ha avvertito, secondo questo articolo, che ci sono “americani consapevoli e inconsapevoli” che il Cremlino usa per “creare e diffondere narrazioni” favorevoli al Presidente Putin, sui social media, sui siti web e su altri mezzi di comunicazione. Ma non c’è da preoccuparsi. Questo non si applica a tutte le persone colpite dalla propaganda russa, ma solo a quelle che “diffondono intenzionalmente disinformazione”. La domanda principale, ovviamente, è: chi decide che cosa è disinformazione e che cosa è critica giustificata?

L’Ucraina vieta la libertà di religione. L’eroico fantoccio dell’Occidente, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha firmato il 24 agosto una legge che vieta i gruppi religiosi legati alla Russia. La Chiesa ortodossa ucraina si è ufficialmente staccata dal patriarcato di Mosca nel 2022, ma ora ha nove mesi di tempo per recidere tutti i legami o essere bandita completamente.

Per giustificare la mossa, Zelenskyy ha spiegato che “l’ortodossia ucraina oggi sta facendo un passo verso la liberazione dai demoni di Mosca”. Papa Francesco si è opposto alle decisioni, dicendo: “Non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano!”.