Silenzio assordante dei Verdi sul rischio di incidente nucleare a Kursk

Mentre gli osservatori più attenti sollevano l’allarme per il rischio di un incidente alla centrale nucleare di Kursk, potenzialmente a seguito di un bombardamento ucraino, in grado di provocare un’altra “Cernobyl”, è vergognoso il silenzio del Verdi europei, che ai cosiddetti rischi del nucleare, reali e non, sbandierati per anni, devono le loro fortune politiche. Specialmente in Germania, sconcerta il silenzio dei Verdi, principali responsabili della cosiddetta “Energiewende” (svolta energetica) che, di fronte ai rischi dei combattimenti vicino alle centrali di Zhaporozyhe e Kursk (quest’ultima simile a quella di Cernobyl), continuano a sostenere la linea più guerrafondaia.

L’EIR ha consultato uno dei massimi esperti italiani in materia di sicurezza nucleare, l’ing. Ugo Spezia, responsabile della sicurezza nucleare della SOGIN, Segretario Generale dell’Associazione Nucleare Italiana, Segretario Generale del Forum Italiano per l’Energia Nucleare, Segretario Generale dell’Associazione Nazionale di Ingegneria Nucleare e Segretario Generale della Società Nucleare Italiana.

Alla domanda sul perché i Verdi tedeschi non dicano una parola sulle minacce alla centrale di Zaporozhye o a quella di Kursk, dopo aver spinto per l’uscita della Germania dal nucleare e per la “Energiewende”, Spezia ha replicato: “Si è risposto da solo. I Verdi hanno ottenuto quello che volevano e ne sono soddisfatti. Hanno ottenuto un suicidio economico costato 700 miliardi di euro e una recessione che dura ormai da quattro anni… Il risultato è che la potenza installata in Germania è raddoppiata, ma la produzione di energia è la stessa e si paga l’energia quattro volte di più rispetto a prima”.

L’ing. Spezia ritiene che né gli ucraini né i russi abbiano l’intenzione di danneggiare una centrale nucleare, perché secondo il diritto internazionale ciò equivarrebbe ad un attacco nucleare e autorizzerebbe il contrattacco. Se gli ucraini bombardassero e danneggiassero una centrale russa, Mosca sarebbe autorizzata a reagire con un bombardamento nucleare. Se i russi danneggiassero un impianto in territorio ucraino, la NATO sarebbe autorizzata a rispondere con un attacco nucleare.

L’impianto nucleare di Zaporozhye, il più grande d’Europa, era già coinvolto nel conflitto. La centrale è già stata presa di mira, ma si è trattato di attacchi accidentali. Questa è la parte “rassicurante”, ha detto.

La minaccia, ovviamente, esiste. Se si decidesse di prendere di mira la centrale nucleare di Kursk, ci sarebbero conseguenze “nefaste”, anche se non paragonabili a Chernobyl, ma più a Fukushima.

La centrale di Kursk, come dovrebbero essere tutti gli impianti in zone di guerra, è spenta. Tecnicamente, si parla di “spegnimento a caldo”, in cui la reazione di fissione viene arrestata, ma l’attività residua può innescare una fusione. Per questo motivo il sistema di raffreddamento viene mantenuto attivo. Qualora il raffreddamento venisse interrotto e si verificasse una fusione, l’effetto sarebbe simile a quello di Fukushima piuttosto che di Cernobyl, perché a Cernobyl l’impianto è esploso in regime di massima potenza del reattore.

Naturalmente, se un missile o un colpo di artiglieria pesante danneggiasse la centrale, creando un incidente radioattivo, ciò equivarrebbe a un attacco con armi nucleari.

Spezia si chiede perché i Verdi si siano trasformati da movimento pacifista a partito guerrafondaio in Germania. Egli attribuisce piuttosto la responsabilità alla NATO e agli inglesi, questi ultimi “più realisti del re”. Interpellato sulla discussione sull’uso delle armi nucleari nel Regno Unito, ha commentato che si spera che si tratti solo di “chiacchiere in libertà”. Tuttavia, “c’era un limite, stabilito durante la Guerra Fredda, secondo cui le armi nucleari dovevano servire solo come deterrente. Certamente, il fatto che si parli di usarle è preoccupante”.

Altri scienziati consultati oggi dall’EIR si sono detti allarmati dagli attacchi ucraini alla centrale nucleare di Kursk e dalla minaccia di un’escalation nucleare. Essi temono che i Verdi tedeschi “vogliano un incidente nucleare a Kursk, perché lo userebbero per contrastare la risorgente ondata pro-nucleare in Europa”. Quanto agli angloamericani, “cercano un’escalation nucleare, perché mirano a distruggere il mondo per perpetuare il loro dominio”. I Verdi, come la sinistra in Europa, “sono assoldati dagli angloamericani”.