Putin fissa gli obiettivi dei BRICS alla vigilia del vertice

Il corrispondente dell’EIR Jason Ross è presente all’incontro annuale dei BRICS dal 22 al 24 ottobre a Kazan, in Russia, e ci fornirà un resoconto di prima mano su questo importante vertice per l’edizione della prossima settimana. Nel frattempo, alla vigilia del vertice, Vladimir Putin ha esaminato i progressi dei Paesi BRICS in termini di crescita economica, sviluppo tecnologico, capacità digitali e di comunicazione, espansione dei corridoi di trasporto e connettività, parlando al BRICS Business Forum di Mosca.

L’obiettivo, ha detto, è stato quello di accelerare la crescita socioeconomica e lo sviluppo sostenibile per garantire “risultati tangibili” che “contribuiscono a migliorare il benessere e la qualità della vita dei cittadini dei nostri Paesi”.

Putin ha fornito alcune statistiche: “Il PIL totale dell’associazione (BRICS) supera i 60.000 miliardi di dollari e la sua quota complessiva nel PIL globale supera facilmente quella del cosiddetto G7. Nel 2023, il nostro gruppo di Paesi ha rappresentato il 37,4%, mentre il G7 il 29,3% (della produzione globale, N.d.R.). Il divario sta aumentando e continuerà a crescere: è inevitabile. Questa tendenza è assolutamente logica. Nell’ultimo decennio, i Paesi BRICS hanno rappresentato oltre il 40% dell’incremento del PIL globale.

“Entro la fine del 2024, si prevede che i Paesi BRICS registreranno una crescita media del 4%. Questo supera i tassi di crescita del G7, che è solo dell’1,7%, e la media globale, prevista al 3,2%”, ha detto Putin.

Come possono i BRICS diventare più indipendenti dalle influenze negative dall’esterno? “La nostra associazione sta costruendo piattaforme di sviluppo rilevanti, tra cui canali di comunicazione, standard tecnologici ed educativi, sistemi finanziari, strumenti di pagamento e, naturalmente, meccanismi per investimenti sostenibili e a lungo termine. Di conseguenza, l’impatto dell’influenza esterna sulla crescita economica dei membri dei BRICS diminuirà costantemente. In sostanza, è questo il senso della sovranità economica: si tratta di una partnership tra economie autosufficienti che espande il loro potenziale molte volte e apre nuove opportunità”.

A questo proposito, Putin ha spiegato: “Vorrei aggiungere che la Nuova Banca di Sviluppo svolge un ruolo centrale negli sforzi per incrementare la cooperazione finanziaria. Con una struttura solida, potente ed efficiente, vanta una notevole base di capitale ed un gruppo di professionisti esperti. In quanto istituzione di sviluppo, la banca opera come alternativa ad un gran numero di meccanismi finanziari occidentali. Ovviamente, la svilupperemo ulteriormente come struttura indipendente, senza contrapporla a nessuno, e ne amplieremo le capacità.

“Ci aspettiamo che la Nuova Banca di Sviluppo diventi un importante investitore nei più grandi progetti tecnologici e infrastrutturali dello spazio BRICS e dell’intero Sud globale”.

Putin ha affrontato il tema della cosiddetta “de-dollarizzazione” in una conferenza con i giornalisti dei BRICS tenutasi lo stesso giorno. In primo luogo, ha chiarito che i BRICS “non stanno prendendo in considerazione” una moneta comune come l’euro, spiegando che una tale impresa sarebbe un fiasco più grande dell’euro stesso. “Per parlare della creazione di una moneta comune, le economie devono essere altamente integrate”, ha detto Putin. “E a parte l’alta integrazione delle economie, queste devono essere uguali in qualità e volume. Ma un volume uguale è impossibile, mi riferisco alla popolazione e alle economie stesse. Tuttavia, le economie devono essere più o meno equivalenti in termini di struttura ed efficienza. Altrimenti ci troveremo di fronte a problemi più grandi di quelli che sono sorti nell’Unione Europea quando è stata introdotta la moneta comune in Paesi che avevano un livello di economia incomparabile, non erano equivalenti”.

Invece, i BRICS “stanno studiando la possibilità di fare un uso più ampio delle valute nazionali e di creare strumenti che permettano di rendere sicuro questo lavoro”. Questo non perché i BRICS vogliano de-dollarizzarsi, ma perché è l’Occidente “a proibirci di usare il dollaro”.

“Stiamo esaminando la possibilità di utilizzare strumenti elettronici”, ha proseguito Putin. “Abbiamo bisogno – e questo lavoro è in corso – di rendere più fluide le cose tra le banche centrali e di garantire uno scambio affidabile di informazioni finanziarie che non dipenda da quegli strumenti internazionali che impongono restrizioni specifiche per ragioni politiche e violano i principi dell’economia globale. Amplieremo il lavoro del pool valutario e rafforzeremo la Nuova Banca di Sviluppo.”