Orban continua la sua iniziativa di pace – ma in maniera riservata

Nella sua partecipazione al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il 6 settembre, il Primo Ministro ungherese Viktor Orban ha rivelato che sta portando avanti la sua iniziativa di pace, ma non più pubblicamente, come aveva fatto inizialmente. Ha inviato relazioni ai suoi colleghi dell’UE “entro 12 ore” dopo ogni incontro, ma a un certo punto questi rapporti sono trapelati e stati pubblicati, ha detto, alludendo implicitamente ad un sabotaggio.

Inoltre, dopo aver inviato raccomandazioni ai suoi colleghi, “l’UE è quella che è, non le ha prese sul serio e non ha agito di conseguenza”.

Per quanto riguarda il contenuto della sua iniziativa di pace, Orban ha affermato che, sulla base della propria esperienza nelle guerre balcaniche e nella guerra in Georgia, “la prima lezione è che, se non c’è comunicazione, non c’è possibilità di fermare una guerra. La comunicazione è il numero uno. Oggi non c’è comunicazione con la Russia (…) Il secondo è: il cessate il fuoco. Se si aspetta di avere un piano di pace che sia accettato da entrambe le parti in guerra, non ci sarà mai la pace. (…) Prima la comunicazione, poi il cessate il fuoco, poi l’avvio dei negoziati per un piano di pace. Questo è l’ordine giusto e in questo momento non lo stiamo facendo”.

Dopo i viaggi a Kiev e Mosca, Orban ha constatato che né da parte ucraina né da parte russa c’era “l’intenzione di ottenere la pace”. “Entrambi i leader hanno detto che il tempo è dalla loro parte. Se le parti in guerra pensano che il tempo sia dalla loro parte, la guerra continuerà”. Questo è il motivo per cui si è recato a Pechino, Washington e Mar-a-Lago. “Penso che dovremmo creare un contesto internazionale e un ambiente che incarni ed esprima, in modo convincente, che tutto il mondo, non solo il Sud, ma tutto il mondo, anche l’Europa, vorrebbe avere un cessate il fuoco il prima possibile”.

Orban ha poi fatto a pezzi diversi aspetti della politica dell’UE. Ha chiesto di “riconsiderare” il Green Deal, perché “finora è stato gestito contro la comunità imprenditoriale”; ha spiegato inoltre perché è contrario ad un’unione politica: “Sulla guerra, sul genere, sulla migrazione e sulla questione della società del lavoro, abbiamo approcci diversi. Se ci costringete ad unirci su questioni su cui non siamo d’accordo, disintegrerete l’Unione Europea”. Sulla migrazione, ad esempio, Orban propone di avere opzioni di “opt-out” per i Paesi che non intendono seguire la politica migratoria comune.

Per quanto riguarda i suoi incontri con Trump e l’appoggio all’ex Presidente-candidato, Orban ha spiegato: “Da quello che capisco, la nostra risposta alla perdita di competitività dell’Europa è la formazione di blocchi economici e c’è un’espressione politica di questo: democrazia contro autocrazia”. L’approccio del Presidente Trump è diverso: si tratta di un piano di deal-making. C’è bisogno di un piano simile, altrimenti sarà difficile per la parte occidentale dell’economia mondiale cooperare con la parte orientale… Questo non significa che sotto la presidenza Trump non ci saranno divergenze di interesse con l’Europa, ma un approccio di deal-making è molto meglio che creare un blocco dell’economia occidentale contro l’economia orientale del mondo. E ci stiamo muovendo in questa direzione (…)

“Ho vissuto 26 anni della mia vita durante la Guerra Fredda, quando l’economia mondiale non era unita, era divisa in due parti. E posso dire che quei 26 anni della mia vita e della mia nazione sono stati piuttosto brutti”.