L’attacco di un drone al radar russo ci avvicina alla guerra mondiale nucleare

Lo Schiller Institute ha lanciato un “allarme rosso” il 25 maggio, una volta che è iniziata a circolare l’informazione che i droni ucraini avevano colpito la stazione radar di Armavir, nella regione sud-occidentale russa di Krasnodar Krai, un componente del sistema radar di allerta precoce progettato dalla Russia per rilevare un attacco ICBM in arrivo. Questo radar è uno dei pilastri del sistema di postura nucleare russo che, insieme ad altre installazioni di questo tipo, svolge un ruolo esistenziale nella sicurezza strategica della Federazione Russa.

Poi, il 27 maggio, è emersa la notizia di un tentativo di attacco con un drone a un’altra stazione radar russa, questa nella regione di Orenburg, al confine con il Kazakistan, a circa 1.500 km a Est e a Nord della stazione di Armavir. Notiamo che non c’è stata alcuna conferma ufficiale di alcun attacco da parte del Cremlino, e nemmeno alcuna smentita, che a quanto pare è la procedura ordinaria seguita da Mosca in questi casi.

Va sottolineato che la dottrina di Mosca prevede, tra le condizioni per ricorrere all’arma nucleare, un attacco “contro siti governativi o militari critici della Federazione Russa, la cui interruzione comprometterebbe le azioni di risposta delle forze nucleari”. Pertanto, qualsiasi attacco di questo tipo potrebbe provocare immediatamente un contrattacco con armi nucleari. Gli esperti ritengono che i sostenitori occidentali del Presidente Zelensky, presi dal panico per l’inevitabile sconfitta dell’Ucraina, stiano ora cercando disperatamente di coinvolgere i Paesi della NATO direttamente nella guerra, o almeno di permettere a Kiev di colpire obiettivi critici nelle profondità del territorio russo. Sostengono, nella loro arroganza, che gli avvertimenti del Presidente Putin siano solo dei “bluff”.

Non così il senatore russo ed ex capo di Roscosmos Dmitry Rogozin, che sul suo canale di Telegram ha commentato che, mentre si potrebbe immaginare che l’attacco di Armavir fosse ucraino, in realtà sarebbe Washington ad aver “assoldato un bandito irresponsabile” per svolgere il lavoro sporco. “Così, ci troviamo non solo sul precipizio, ma sul bordo stesso, oltre il quale, se il nemico non viene fermato in queste azioni, inizierà un collasso irreversibile della sicurezza strategica delle potenze nucleari”.

Questi attacchi, se confermati, sono avvenuti pochi giorni dopo che la Russia aveva effettuato esercitazioni militari tattiche di alto profilo. Come si legge nel comunicato stampa dello Schiller Institute: “Giocare al gioco del coniglio nucleare, minacciando di distruggere una superpotenza nucleare che è già in guerra, minaccia di annientare l’intera specie umana” (leggi il comunicato stampa su: https://schillerinstitute.com/blog/2024/05/26).