La Neue Zürcher Zeitung ricorre alla calunnia contro il generale Kujat

“Dal più alto ufficiale della NATO al ‘generale sovietico’? L’inspiegabile trasformazione di Harald Kujat” è il titolo dato dalla Neue Zürcher Zeitung del 7 luglio al suo crudo “profilo” del generale tedesco Harold Kujat. L’autore è l’esperto di difesa del quotidiano svizzero, Marc Seliger, che non è uno “svizzero neutrale”, ma un cittadino tedesco con eccellenti credenziali NATO. Dalla posizione di direttore di Loyal, la rivista dell’organizzazione dei riservisti tedeschi, è passato nel 2020 ad occuparsi delle pubbliche relazioni della società Heckler & Koch, il principale produttore tedesco di fucili d’assalto e altri sistemi d’arma per gli Stati membri della NATO.

Quanto al generale Kujat, oggetto delle calunnie, è stato ex ispettore generale della Bundeswehr e presidente del Comitato militare della NATO, il grado più alto nell’Alleanza Atlantica. È ben noto ai nostri lettori per aver combattuto, con la penna e in interviste e apparizioni pubbliche, le politiche di guerra della NATO contro la Russia e la Cina, che minacciano di portare a una guerra nucleare.

L’articolo della NZZ doveva basarsi su un’intervista, che è stata bruscamente interrotta dal generale quando si è reso conto di non essere interrogato da quello che riteneva essere il principale quotidiano di un Paese presumibilmente neutrale, ma di essere stato incastrato da un fanatico ideologo tedesco favorevole alla guerra. All’inizio del lungo articolo, Seliger cita una dichiarazione fatta otto anni fa dall’ex ambasciatore americano a Berlino John Kornblum, che aveva definito Kujat il “generale sovietico”. L’articolo non fa alcun tentativo di confutare le argomentazioni del generale, limitandosi a liquidarle come disinformazione russa. Il resto del pezzo è un tentativo di diffamare il personaggio citando dichiarazioni fatte da ex ufficiali tedeschi nascosti dietro l’anonimato.

Il vero scandalo in tutto questo è la misura in cui il principale quotidiano svizzero arriva a compromettere qualsiasi pretesa di neutralità, per non parlare del buon giornalismo. Ci si chiede se la Svizzera diventerà presto il 33° Paese ad aderire alla NATO…

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