La controversa visita in Cina del ministro dell’Economia tedesco

Dal ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, in visita in Cina il 22 e 23 giugno, i leader cinesi avrebbero voluto udire un chiaro “no” su due temi principali: le tariffe speciali dell’UE sulle auto elettriche prodotte in Cina e la strategia di “de-risking” di dissociazione dalla Cina. Questo augurio era stato espresso poco prima dell’arrivo della delegazione tedesca dalla portavoce della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (CNSR/NDRC) Li Chao.

Se il buongiorno si vede dal mattino, Habeck era accompagnato da Jennifer Morgan, l’ex direttrice esecutiva di Greenpeace, che ha partecipato a tutti gli incontri. Nata e cresciuta negli Stati Uniti, la Morgan ha acquisito la cittadinanza tedesca dopo essere stata nominata nel febbraio 2022 Vice Ministro degli Esteri per le questioni climatiche da Annalena Baerbock. La stessa Baerbock che, appena un anno fa, ha pubblicato la controversa Nuova strategia cinese, definendo la Cina un “rivale sistemico”. Habeck ha incontrato, tra gli altri, il presidente della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (CNSR/NDRC) Zheng Shanjie, il Ministro del Commercio Wang Wentao e il Ministro dell’Industria Jin Zhuanglong. Con Zheng Shanjie ha co-presieduto la prima sessione plenaria del Dialogo sino-tedesco sul clima e sulla trasformazione.

Per quanto riguarda la questione controversa delle tariffe speciali della Commissione europea contro le auto elettriche di produzione cinese, che dovrebbero entrare in vigore a novembre, Pechino è disposta ad avviare negoziati – una decisione che il governo cinese aveva già preso da solo e non, come sostengono i media tedeschi, a seguito degli incontri di Habeck. I negoziati per evitare l’entrata in vigore delle tariffe sono appoggiati anche dall’industria tedesca, come ha affermato chiaramente Maximilian Butek della Camera di Commercio Tedesca in Cina, che alla vigilia della visita ha detto di sperare che Habeck “venga qui ora e mandi un messaggio chiaro: la Germania non ha alcun interesse in queste tariffe”.

Habeck ha fatto muro, affermando che si tratta di tariffe “equalizzanti”, e ha sconfinato proprio sul terreno che, come i cinesi avevano avvertito, avrebbe creato più disappunto: ha minacciato ritorsioni commerciali se la Cina continuerà il sostegno alla Russia.

In contrasto con l’attegiamento di Habeck, la CGTN, nel suo importante notiziario Asia Today del 22 giugno, ha intervistato Helga Zepp-LaRouche, la quale ha ricordato che l’UE è sottoposta a forti pressioni da parte di Washington e Londra per sganciarsi dalla Cina, ma l’Europa deve riconoscere i propri interessi e collegarsi in modo costruttivo con la Maggioranza Globale, di cui la Cina è uno dei principali attori.

Zepp-LaRouche ha anche sottolineato che l’industria tedesca sta esercitando una forte pressione sul Cancelliere Scholz. Dato che un posto di lavoro su sei in Germania dipende dall’industria automobilistica e dato che la Germania è una nazione esportatrice, il Paese dovrebbe collegarsi con i BRICS, la Maggioranza Globale e il nuovo sistema economico emergente. Ha concluso dicendo di sperare “che la ragione prevalga e che la situazione non sia senza speranza”.

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