I perdenti dell’UE spingono per una Commissione Europea ancora più guerrafondaia

Il 27 giugno, il Consiglio dell’UE ha formalmente approvato i candidati ai tre posti di vertice proposti dalla “maggioranza Ursula”. L’Italia ha votato contro Kaja Kallas (approvata come Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza) e Antonio Costa (votato come Presidente del Consiglio dell’UE), e si è astenuta su von der Leyen (Commissione UE). L’Ungheria ha votato contro tutti e tre.

Se c’era un margine per rendere ancora peggiore una pessima Commissione, la nomina di Kallas al posto di Josep Borrell lo ha esaurito.

La premier estone è una russofoba accanita che sostiene l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Kallas ritiene che lo scenario ottimale di una sconfitta della Russia comporti la dissoluzione del Paese. La Russia è composta da “molte nazioni diverse” che potrebbero diventare indipendenti e “non è una cosa negativa se la grande potenza viene di fatto [resa] molto più piccola”, ha sostenuto l’anno scorso (https://www.youtube.com/watch?v=PcFUnybWftM&t=3716s).

Kallas ha anche abbracciato l’idea che a un certo punto i Paesi della NATO potrebbero dover dispiegare truppe in Ucraina per impedire a Mosca di sconfiggere Kiev (https://www.ft.com/content/5197bc27-faed-4eb6-87ba-e3dda7c13d14).

Tuttavia, la disunione in seno al Consiglio europeo dimostra che c’è ancora una possibilità che questa Commissione non ottenga i voti necessari al Parlamento europeo il 18 giugno.

Dopo il vertice, Orban ha annunciato la formazione di una nuova fazione al Parlamento europeo, denominata “Patrioti per l’Europa”, alla quale hanno già aderito partiti politici di cinque nazioni. Ne servono sette per formare una fazione parlamentare. Poi, subito dopo aver assunto la presidenza dell’UE il 1° luglio, il Premier ungherese si è recato in missione a Kiev. L’incontro con Zelensky è stato molto schietto. Le posizioni di Orban sono note ed egli le ha ribadite in una successiva intervista con il settimanale svizzero Weltwoche: “Non è la nostra guerra”, ha detto.

In un editoriale del quotidiano Magyar Nemzet del 29 giugno (https://magyarnemzet.hu/velemeny/2024/06/orban-vikor-arulas-es-ujratervezes), Orban ha spiegato le sue ragioni. “L’Europa è in crisi”, ha scritto. “L’ordine europeo sta evaporando sotto i nostri occhi: minaccia permanente del terrorismo, erosione della sicurezza pubblica. La capacità dell’Europa di far valere i propri interessi nella politica internazionale si è ritirata – chiusura e blocco, guerra alla porta accanto. (…)

“La situazione è aggravata dal fatto che la burocrazia di Bruxelles, vivendo in una bolla di sapone, ha preso molte decisioni politiche sbagliate negli ultimi anni. L’Europa sta andando sempre più alla deriva in una guerra in cui il continente non ha nulla da guadagnare, ma può facilmente perdere tutto. Eppure, è esperienza quotidiana che nulla è troppo costoso per loro in materia di guerra.

I burocrati di Bruxelles vogliono questa guerra, la vedono come propria e vogliono sconfiggere la Russia. I soldi dei cittadini europei vengono costantemente inviati in Ucraina, le aziende europee sono state colpite dalle sanzioni, l’inflazione è aumentata e milioni di cittadini europei sono stati spinti in difficoltà di vita quotidiana”.

Anche la politica dell’UE sull’immigrazione ha fallito, ha scritto Orban. Data la tendenza demografica dell’Africa, nessuno steccato può fermare l’immigrazione futura e “possiamo solo sperare in una soluzione di sviluppo economico che li porti a rimanere nel loro Paese nel medio termine. L’Europa dovrebbe lanciare un grande programma di sviluppo in Africa, ma un tale piano non è nemmeno all’orizzonte a Bruxelles.

“I burocrati di Bruxelles hanno indubbiamente avuto successo in una cosa: indebolire gli Stati nazionali e aumentare il proprio potere. Questa élite evoca in noi il ricordo dei comunisti. Non si preoccupa degli interessi della gente, ma impone le proprie idee alla gente.

(…) Il popolo europeo ha detto chiaramente che vuole porre fine alla guerra in corso alla porta accanto, vuole liberarsi della furia ideologica progressista, vuole fermare la migrazione e vuole vedere l’economia europea su un sentiero di crescita”.

Ma, invece di ascoltare gli elettori, a Bruxelles “si è riunita una coalizione a favore della guerra. L’unico scopo di questo patto pro-guerra è mantenere al potere per almeno altri cinque anni l’élite di Bruxelles che ha fatto sprofondare l’Europa nella crisi. È più chiaro che mai che questo è il motivo per cui vogliono mantenere al suo posto la presidente della Commissione responsabile dei fallimenti fino al collo. I cittadini hanno votato per il cambiamento, ma con il tradimento del Partito Popolare Europeo, l’élite di Bruxelles li ha fregati”.

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