I leader indonesiani, allora e oggi, consapevoli del pericolo della guerra nucleare

Nel suo discorso di apertura alla storica Conferenza di Bandung del 1955, il Presidente indonesiano Sukarno avvertì che la guerra nucleare “non solo significherebbe una minaccia alla nostra indipendenza, ma potrebbe significare la fine della civiltà e persino della vita umana. C’è una forza libera nel mondo di cui nessuno conosce veramente il potenziale di distruzione. Persino nella pratica e nelle esercitazioni di guerra gli effetti potrebbero accumularsi in qualcosa di un orrore sconosciuto”.

Facendo eco all’avvertimento di Sukarno di quasi sette decenni fa, il ministro della Difesa e presidente eletto dell’Indonesia Prabowo Subianto ha dichiarato il 25 settembre, in occasione di un incontro con una commissione della Camera, che “Il mondo oggi non è in buone condizioni. Stiamo assistendo a un’intensificazione delle tensioni, con esperti di difesa e strategia globale che suggeriscono che siamo sull’orlo della Terza Guerra Mondiale”.

“Qualora scoppi un conflitto nucleare, anche se non saremo coinvolti, le conseguenze saranno gravi. La storia ha dimostrato che, quando le potenze cercano di imporre la loro volontà, le guerre scoppiano inaspettatamente, come si è visto nella Prima e nella Seconda guerra mondiale. Vediamo anche crescenti tensioni in Palestina che potrebbero sfociare in un grande conflitto…

“Siamo consapevoli che una terza guerra mondiale porterebbe probabilmente ad una guerra nucleare. Fortunatamente, l’Indonesia ha una forte tradizione di non allineamento e continueremo a mantenere questa posizione”, ha dichiarato.

L’Indonesia, la quarta Nazione più popolosa del mondo, intrattiene buone relazioni sia con la Cina che con la Russia, con cui ha collaborato per promuovere la cooperazione economica, anche in materia di energia nucleare. Recentemente il Paese ha ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), e la sua importanza sulla scena mondiale è destinata a crescere nei prossimi anni.

Parlando il 26 settembre davanti ad una riunione di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la ministra degli Esteri indonesiana Retno Marsudi ha avvertito che il futuro che il mondo desidera “rimane sotto l’ombra della distruzione nucleare”. Si è chiesta se “la paura delle armi nucleari [debba] essere la nostra garanzia di pace”. La risposta dell’Indonesia sarà per sempre no.” Marsudi ha auspicato che si agisca per rilanciare “seriamente i negoziati sul disarmo”; che si stabiliscano “solide norme e controlli per prevenire la crescente minaccia di conflitti nucleari”; che si alimenti “un’eredità di pace”, il che significa seppellire “le nostre divisioni, le nostre diffidenze e i nostri paradigmi obsoleti”.