I BRICS pensano a un nuovo sistema di pagamenti protetto da sanzioni e guerre valutarie

Il 10 e 11 ottobre, si è svolta a Mosca la riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali dei BRICS, per preparare il vertice del gruppo che si terrà la prossima settimana a Kazan, sotto la presidenza di turno della Russia. Mosca ha presentato una proposta per un nuovo sistema di pagamenti transfrontalieri che fa perno su una nuova piattaforma che colleghi le banche centrali dei Paesi partecipanti. L’obiettivo è semplice ed urgente: evitare le sanzioni e la guerra economica e valutaria dell’Occidente.

Al termine dell’incontro, il governatore della Banca centrale iraniana Mohammad Reza Farzin ha confermato che questo nuovo sistema prevede lo sviluppo di una rete di banche commerciali in grado di effettuare transazioni bancarie in valute locali e la creazione di collegamenti diretti tra le banche centrali.

Il rapporto presentato dal ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, intitolato “Ricerca della Presidenza BRICS: Miglioramento del Sistema Monetario e Finanziario Internazionale”, afferma che, per proteggere il nuovo sistema di pagamenti da sanzioni e sequestri “le banche centrali vanno messe al centro delle transazioni”, creando o utilizzando mercati BRICS per il commercio di materie prime chiave, tra cui oro, petrolio, grano, metalli strategici, ed effettuando pagamenti tra le banche centrali BRICS in gettoni-valute digitali. Presumibilmente le banche centrali metterebbero a disposizione delle banche dei rispettivi partner commerciali valute nazionali equivalenti.

La presidenza russa ha dato a questo tema la massima priorità, ma non solo: il rapporto fa anche un breve riferimento alla questione del credito per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo (EMDE). Il pesante fardello del debito che grava attualmente sui Paesi in via di sviluppo viene menzionato al punto 12:

“Le regioni in via di sviluppo continuano a contrarre prestiti a tassi significativamente superiori a quelli dei paesi sviluppati, anche se i profili di rischio effettivi sono a livelli comparabili”, si legge. Di conseguenza, il costo degli interessi è in aumento. Così, “i pagamenti netti per interessi nei Paesi in via di sviluppo, in media, rappresenteranno il 7,8% delle entrate pubbliche nel 2023, rispetto al 4,2% del 2010”. Il documento rileva inoltre il rischio ulteriore di deprezzamento della valuta nazionale per i Paesi in via di sviluppo che contraggono prestiti in dollari o euro.

L’ex vicepresidente della Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS, Paulo Nogueira Batista, Jr. è convinto della necessità di trovare un’alternativa all’attuale “sistema centrato sul dollaro, pericoloso e squilibrato”. In una dichiarazione rilasciata da Mosca il 13 ottobre, ha definito “irriformabile” l’attuale sistema monetario e finanziario internazionale controllato dall’Occidente. Il sistema di pagamento SWIFT “continuerà fondamentalmente ad essere un’arma usata dall’Occidente, dagli Stati Uniti e dai loro alleati per punire e limitare l’accesso al sistema bancario internazionale”. Pertanto, scrive Nogueira, i BRICS devono costruire un sistema alternativo, nonché una nuova unità di conto e una valuta di riserva da usare come strumento di compensazione tra le banche centrali.