Eurocrati contro Orbán: andarono per suonare e furono suonati  

Dopo l’aggressione verbale subita alla riunione plenaria del Parlamento europeo il 9 ottobre, il Primo ministro ungherese Viktor Orbán ha accusato i leader dell’UE di complottare per un cambio di regime nel suo Paese. “La Commissione europea e i leader del gruppo PPE (Partito Popolare Europeo), von der Leyen e Manfred Weber, stanno cercando di spodestare il governo sovrano dell’Ungheria”, ha dichiarato Orbán intervistato nel programma ‘Buongiorno, Ungheria!’ di Kossuth Radio.

Secondo Orbán, Bruxelles e i suoi alleati vogliono sostituire il suo governo con una coalizione che coinvolga Klara Dobrev dei Progressisti e Péter Magyar del Partito Tisza, che, ha osservato, hanno già formato un’alleanza dietro le quinte. I due politici, entrambi membri del Parlamento europeo, hanno infatti preso la parola durante il dibattito a Strasburgo per attaccare Orbán dopo la risposta di quest’ultimo al discorso di Ursula von der Leyen e dei capigruppo. Il Primo ministro ungherese “ha avvertito che quella coalizione è pronta a realizzare le richieste di Bruxelles: coinvolgere l’Ungheria nella guerra con l’Ucraina, sostenere le politiche migratorie dell’UE, che aprirebbero le frontiere ungheresi ai migranti, e abrogare le leggi sulla protezione della famiglia e dei bambini”, ha twittato il suo portavoce, menzionando, inoltre, i conflitti economici e commerciali in cui Bruxelles vuole trascinare l’Ungheria”.

Il governo ungherese è preso di mira e sabotato dalla Commissione UE e dai leader della coalizione UE da quando ha assunto la presidenza di turno del Consiglio UE a luglio. Gli eurocrati hanno disertato la riunione dei ministri degli Esteri dell’UE che si è svolta a Budapest e hanno urlato contro Orbán mentre il premier ungherese visitava Kiev, Mosca, Pechino e Washington per sondare le possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina. Quando poi Orbán si è presentato alla plenaria del nuovo Parlamento europeo per presentare il programma della propria presidenza, come di consueto, invece di discutere nel merito, Ursula von der Leyen e i leader della sua maggioranza hanno condotto un vero e proprio assalto al Primo ministro ungherese, riuscendo a evitare un dibattito sui temi. Non hanno però potuto evitare che Orbán rispondesse a tono, colpo su colpo, ritorcendo spesso le accuse contro i suoi critici.

Nel suo discorso di apertura, il Primo ministro di Budapest ha indicato la competitività come priorità numero uno per la propria presidenza, sottolineando che i prezzi dell’energia sono un ostacolo chiave. “Come risultato dell’allontanamento dalle fonti energetiche russe, l’UE ha perso una significativa crescita del PIL”, ha affermato. “Non dobbiamo cadere nell’illusione che la transizione verde offra di per sé una soluzione al problema”, ha sostenuto, aggiungendo che la decarbonizzazione ha portato ad un rallentamento della produttività e alla perdita di posti di lavoro.

Al termine del suo discorso, dal lato sinistro dell’emiciclo un gruppo ha iniziato a cantare “Bella Ciao”.

La Von der Leyen ha quindi preso la parola, attaccando la posizione dell’Ungheria sul conflitto ucraino e paragonando gli ucraini agli ungheresi che si sollevarono contro l’occupazione sovietica nel 1956. Ha deplorato che “uno Stato membro in particolare” stia ancora cercando di acquistare combustibili fossili dalla Russia nonostante l’impegno dell’UE ad essere indipendente dal punto di vista energetico. Sul tema della migrazione, ha condannato la decisione dell’Ungheria di rilasciare i trafficanti di uomini condannati e ha messo in discussione le sue politiche sui visti, come quella di invitare i cittadini russi nell’UE senza ulteriori controlli, avvertendo che ciò “rende l’Ungheria un rischio per la sicurezza, non solo per l’Ungheria ma per tutti gli Stati membri”. Ha esortato Budapest a “servire la causa dell’unità europea” piuttosto che allontanarsi dai “valori condivisi”.

Dopo la von der Leyen, Manfred Weber del Partito Popolare Europeo si è lanciato in una lunga filippica, accusando Orbán di non aver menzionato l’Ucraina perché “collabora con l’aggressore”. Dopo Weber, Iratzke Garcia Perez ha parlato a nome del secondo gruppo più numeroso, i socialisti, accusando Orbán, tra l’altro, di “beneficiare di miliardi di euro di fondi europei che lei dirotta verso una corte di oligarchi corrotti”. Accuse simili sono state mosse da altri capigruppo, ad eccezione dei conservatori e del gruppo del partito di Orbán, i Patrioti per l’Europa.

In un lungo discorso, Orbán ha risposto accusando von der Leyen dichiarare il falso e di essere responsabile di politiche fallimentari. Si è rammaricato del fatto che la signora abbia oltrepassato i limiti del ruolo attribuito dal Trattato europeo alla Commissione, ossia quello di neutrale “guardiano dei Trattati”. mentre sta “trasformando il Guardiano dei Trattati in un’arma politica”. Il paragone tra i combattenti per la libertà ungheresi del 1956 e l’Ucraina di oggi è “sbagliato e una profanazione della memoria dei combattenti per la libertà ungheresi”.

Rispondendo a Manfred Weber, “ho deliberatamente evitato l’Ucraina (…) ma se volete parlarne, parliamone”, ha detto Orbán. “Come dice la stampa anglosassone, se vogliamo vincere, dobbiamo prima avere il coraggio di ammettere che stiamo perdendo. Perché il fatto è che stiamo perdendo sul fronte ucraino. E voi qui fate finta che non sia così. La realtà è che, anche grazie al Presidente della Commissione, l’Unione europea è entrata in questa guerra in modo avventato, sulla base di calcoli sbagliati e con una strategia sbagliata. Se vogliamo vincere, l’attuale strategia perdente deve essere cambiata. È una strategia mal pianificata e mal eseguita. Se continuiamo su questa strada, perderemo. Se vogliamo che l’Ucraina non perda, dobbiamo cambiare strategia. Vi suggerisco di prenderlo in considerazione”.

“In ogni guerra ci deve essere la diplomazia. Ci devono essere comunicazioni, contatti diretti o indiretti. Se non riusciamo a farlo, andremo sempre più a fondo nel baratro della guerra. Si creeranno situazioni sempre più disperate, moriranno sempre più persone, centinaia di migliaia stanno morendo mentre parliamo, migliaia stanno morendo in Ucraina. Con questa strategia non ci sarà soluzione al conflitto sul campo di battaglia. Per questo motivo suggerisco di sostenere la pace, il cessate il fuoco, e di adottare una strategia diversa, perché altrimenti ci rimetteremo tutti”.

Per leggere il resoconto integrale del dibattito: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-10-2024-10-09-ITM-002_IT.html.