Macron continua la fuga in avanti, questa volta a livello elettorale

Nonostante il clamore suscitato in Francia dalla commemorazione dell’80° anniversario del D-day, il partito Rinascimento del presidente Macron non ha potuto evitare una sorprendente bocciatura della sua politica alle elezioni europee. Come previsto, il partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National, ha ottenuto oltre il 31%, più del doppio di Rinascimento (14,6%). A sinistra, il suo partito ha superato il Partito Socialista solo dello 0,8%, con La France Insoumise al 9,9% e i Verdi ridotti al 5,5%. Il tasso di astensione è stato il più alto di sempre, con il 49%. Nei mesi precedenti il voto, la popolarità del Presidente francese era già sprofondata, principalmente a causa delle sue politiche economiche, ma anche per la sottomissione al cosiddetto “ordine basato sulle regole” e a Bruxelles.

Sebbene le elezioni europee abbiano tradizionalmente favorito un “voto di protesta” in Francia, Emmanuel Macron ha comunque annunciato a poche ore dai risultati che l’Assemblea nazionale sarebbe stata sciolta e che si sarebbero tenute nuove elezioni il 30 giugno e il 7 luglio. Qualunque sia l’esito di queste elezioni, Macron potrà rimanere presidente fino alla fine del mandato, nell’aprile 2027. Anche se a questo punto può sembrare improbabile, il RN potrebbe diventare il partito più forte in Parlamento e, a quel punto, il leader del RN Jordan Bardella potrebbe diventare Primo Ministro. Si noti che, contrariamente alle posizioni assunte in passato dal partito di Le Pen, Bardella ha insistito sul fatto che non è favorevole all’uscita della Francia dalla NATO o dall’euro, né tanto meno dall’Unione Europea.

Come ha sottolineato Jacques Cheminade in un tweet del 9 giugno, Bardella, è stato il primo a chiedere elezioni anticipate, prima di Macron. Questo può portare ad una “coabitazione reciprocamente distruttiva”. Il rispetto con cui Macron ha trattato Bardella durante i colloqui di Saint Denis del 17 novembre, sdoganandolo, come ha riconosciuto lo stesso Bardella, merita una riflessione. “Per quanto riguarda i veri sovranisti, essi dovrebbero finalmente trarre la lezione di quanto è accaduto e unirsi al di là delle questioni personali e delle etichette, sulla base di un progetto di liberazione della Francia dalle forze di occupazione finanziaria e culturale e, a livello internazionale, di una campagna per una nuova architettura di sicurezza e sviluppo reciproco per rompere con l’oligarchia della costruzione di armi che ci sta portando ad una terza guerra mondiale”.