Il programma economico di Milei per l’Argentina: un esperimento di distruzione

Se le politiche liberiste radicali approvate dal FMI e annunciate dal presidente Javier Milei rimarranno in vigore, il popolo argentino sperimenterà un livello di privazioni e di morte senza precedenti. Milei ha infatti dichiarato guerra ai suoi concittadini, annunciando una selvaggia “terapia d’urto” e chiedendo al Congresso l’approvazione di un decreto di “urgenza e necessità” (DNU) e di un disegno di legge “Omnibus” che, insieme, gli consentiranno di governare per decreto e di usurpare i poteri del Parlamento fino alla fine del 2025. Entrambi i disegni di legge prevedono un’ampia deregolamentazione, tagli al bilancio, svalutazione della moneta e privatizzazioni, oltre a comprimere fondamentali diritti umani e del lavoro.

Milei ha anche ufficialmente ritirato l’Argentina dai BRICS, a cui avrebbe dovuto aderire il 1° gennaio di quest’anno. In questo modo, ha reciso il legame del Paese con un gruppo che rappresenta il futuro dell’umanità, legandolo invece al mondo unipolare in bancarotta e in contrazione, incatenato ad un ordine “basato su regole” sempre più irrilevante.

Benché le proposte di legge di Milei siano adorne della verbosità associata alla Scuola austriaca di economia di von Hayek, esse provengono direttamente da Londra e Wall Street. Il 12 dicembre, subito dopo che il ministro del Tesoro Luis Caputo ha annunciato un pacchetto di brutali misure di austerità, la direttrice generale del FMI Katerina Georgieva ha scritto su X: “Accolgo con favore le misure decisive annunciate oggi dal presidente Milei e dalla sua squadra economica, un passo importante verso il ripristino della stabilità e la ricostruzione del potenziale economico del Paese”. Tutte le regolamentazioni dei prezzi e i sussidi che riducono il costo delle utenze e dei trasporti sono stati eliminati in nome della “liberazione” della popolazione dall'”oppressione” dello Stato. Sullo sfondo di un livello di povertà del 40-45%, si è facili profeti nel prevedere che queste misure aumenteranno la mortalità, poiché il cibo, l’assistenza sanitaria e gli alloggi hanno prezzi fuori dalla portata di tutti, tranne che dei più ricchi, e la fame, la povertà e le malattie aumenteranno in modo drammatico.

Per l’Argentina, il cosiddetto programma “rivoluzionario” di Milei non è in realtà una novità: è stato imposto al Paese molte volte in passato, in particolare durante la dittatura militare del 1976-83, che accompagnò una simile politica economica con brutali repressioni, torture, omicidi e “sparizioni”. Milei ha progettato piani per stroncare ogni protesta attraverso una feroce repressione da parte della polizia, attraverso la sorveglianza e le pene detentive, sotto la supervisione del suo battagliero ministro della Sicurezza Patricia Bullrich. Ma il potente movimento sindacale del Paese, largamente dominato dai peronisti, ha annunciato che si opporrà a queste misure con mobilitazioni a livello nazionale e il sostegno di grandi organizzazioni sociali che rappresentano i poveri e i disoccupati. La grande federazione sindacale CGT ha indetto uno sciopero generale per il 24 gennaio, in coordinamento con la federazione sindacale CTA, ed entrambe hanno ottenuto ingiunzioni giudiziarie che hanno sospeso il capitolo del DNU che elimina i diritti dei lavoratori, compreso il diritto di sciopero. Questo ha fatto infuriare Milei, che cerca disperatamente di far passare il suo pacchetto in un Parlamento diviso.